Sono cambiati nel tempo e ancora cambieranno, scambiandosi anche il posto, perché noi umani siamo diversi nello spazio e nel tempo. Dio, Patria e Famiglia, totem che hanno animato le generazioni dell’ottocento e del novecento, sono risibili nelle società postindustriali, anche se sono diventati le bandiere di quei paesi islamici che fanno tanta paura. Il marxismo, il maoismo, sono stati i totem del ventesimo secolo, oggi sono stati sostituiti da neocapitalismi oligarchici, con la conseguenza che i poveri sono sempre poveri e i ricchi sempre ricchi, anche senza essere gli stessi.
La stessa democrazia è stata a lungo un totem da difendere dappertutto, in casa e fuori casa, da esportare anche con la forza là dove non la si chiedeva né la si desiderava, come con la forza si esportava il cattolicesimo e Dio nelle società non cristiane. Ma questo totem, svuotato di ogni valore, sembra ormai inutile e qualcuno pensa appunto di sostituirlo con un nuovo totem più “decisionista”. Anche la giustizia è un totem “sfiduciato”, perché essa non decide chi ha torto o ragione, ma premia solo chi è bravo a farsi dare ragione. Inoltre siccome solo Dio è “infallibile”, per chi ci crede, la giustizia si è assicurata la libertà di sbagliare senza risponderne. I totem eroici diventati figure mitologiche, da venerare come i santi e resuscitare nelle feste o ricorrenza, sono stati sostituiti da attori, cantanti e rapper vari.
Rimangono in buona salute, anzi rinvigoriti dalla civiltà dell’immagine il mito della bellezza, della ricchezza, del lusso, del successo, del potere. Da raggiungere a tutti i costi.
Abbiamo moltiplicato invece i tabù: è tabù criticare le scelte dei governi nazionali e europei, è tabù avere delle idee proprie e diverse da quelle che i media propagandano come giuste e obbligate, è tabù criticare la politica israeliana, è tabù criticare gli americani, è tabù anche per il papa tuonare contro l’omosessualità e la pedofilia dei preti, viste le tante resistenze e omertà del clero. È tabù dire che non è vero che tutto va bene e che non funziona più niente in questo nostro paese. È tabù dire che se la ricchezza non è un peccato è comunque un peccato che ci siano ricchi che hanno tutto e poveri che non hanno niente.
È un tabù dire che certi italiani del sud e del nord sfruttano in modo indecente gli immigrati irregolari. È tabù dire che tanti italiani brava gente, vanno dalle prostitute africane o asiatiche pur sapendo che sono in massima parte costrette e schiavizzate. È tabù dire che tutta la sanità è ormai votata alla privatizzazione, come era successo per le cure odontoiatriche. Il bello è che I tabù stanno diventando divieti non più morali ma giuridici e questo deve farci pensare non poco.
L’elenco di tutti i totem e i tabù è lungo e forse prima di completarlo dovremmo ricominciare per accoglierne di nuovi. In questo numero ci siamo limitati a proporne solo qualcuno, ma sarebbe utile interrogarsi sugli altri.
Indice
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