La tratta degli esseri umani è un fenomeno che è cambiato nel tempo e che è diventato sempre più articolato. Le politiche di carattere economico, di controllo dell’emigrazione e i vari eventi relativi alla vita politica e sociale di numerosi paesi hanno influito sul fenomeno, facendo sì che si modificassero le rotte, i paesi coinvolti nello sfruttamento, l’organizzazione delle reti criminali, i metodi di reclutamento e sfruttamento e le tipologie di reati.
Nello specifico, la tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale è uno dei sistemi illegali più attivo ed ha coinvolto, a partire dai primi anni ’90, donne e minori di diversa nazionalità: nigeriana, albanese, moldava, rumena, ucraina, russa, latinoamericana e cinese.
Spesso c’è una scarsa conoscenza dei fenomeni della tratta e della prostituzione. La prima indica il reato per il quale esseri umani vengono reclutati, trasferiti e impiegati in attività illecite finalizzate allo sfruttamento in vari ambiti ed è un reato transnazionale. La seconda fa riferimento all’offerta di prestazioni sessuali in cambio di un compenso economico. Nel caso della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, le persone sono costrette tramite minacce e l’uso della violenza a fornire prestazioni sessuali a pagamento per saldare il debito che contraggono nei confronti degli sfruttatori. Il cambiamento delle modalità di sfruttamento sessuale contribuisce inoltre alla diminuzione della consapevolezza pubblica e alla marginalizzazione delle vittime. Questo è dovuto ad un maggior utilizzo dei sistemi informatici che hanno reso più facile e discreta la ricerca da parte dei clienti, alla prevalenza delle pratiche al chiuso piuttosto che su strada e alla commistione con altre attività criminali come il traffico di droga e l’accattonaggio.

Il lungo viaggio che intraprendono le persone vittime di tratta è connotato da violenze e abusi e l’arrivo in Italia, quale luogo di prostituzione, è spesso solo l’ultima tappa. In particolare le donne vengono vendute, utilizzate come merce di scambio, private dei loro documenti, della loro identità, della libertà e della dignità.
Fino al 2016, per quanto riguarda gli arrivi via mare, la maggior parte delle donne sbarcate proveniva dalla Nigeria. Tipico di questo Stato è il reclutamento da sempre basato su un sistema circolare complesso che assoggetta la donna attraverso il meccanismo del debito e del rito juju ma che, allo stesso tempo, costituisce una delle poche possibilità di mobilità sociale. Donne e ragazze vengono attirate facendo leva sui loro sogni e sulla necessità di cambiare le proprie condizioni di vita e quelle della propria famiglia, attraverso la promessa di un lavoro. Si ritrovano invece in una condizione di totale assoggettamento creata dalla presenza di un debito da saldare e da un rito di giuramento ed obbedienza, con la minaccia che il non rispetto del vincolo metta in pericolo la loro vita e quella dei familiari.
Il rito magico-religioso consiste in una cerimonia in cui parti del corpo, come ad esempio peli pubici, pezzi di unghie e capelli, vengono utilizzati dal celebrante per sigillare il patto tra la persona e la rete criminale. Le vittime vengono costrette ad affrontare un lungo viaggio, attraverso diversi paesi e spesso sono costrette a prostituirsi anche durante le varie tappe. Cruciale è la figura della “madame”, una donna più anziana che si occupa di organizzare e gestire lo sfruttamento delle altre donne.
Nel 2019 la massima autorità religiosa di Benin City, l’oba (re) Ewuare II, attraverso l’emanazione di un editto, ha obbligato i medici tradizionali a non mettere in atto i giuramenti rituali come il juju. Sicuramente questo non ha fermato l’arrivo di donne trafficate ma ha segnato un importante cambiamento in quanto in Nigeria questa autorità religiosa ha una grande influenza; inoltre anche Godwin Obaseki, fino a pochi mesi fa governatore dell’Edo State, una delle principali regioni di provenienza di queste donne, ha firmato una legge per il divieto e la punizione del traffico di esseri umani. Questo mette in luce la volontà da parte delle autorità nigeriane di fare un primo passo per cercare di porre un freno a queste pratiche.
Ad oggi il fenomeno della tratta degli esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale e quello della prostituzione rimangono fenomeni complessi e tabù ancora da affrontare: vengono narrati in maniera imprecisa a scapito delle stesse vittime, che si trovano a dover gestire oltre che i traumi causati dallo sfruttamento subìto anche il pregiudizio sociale.
Nuovi Vicini, attraverso il progetto FVG in rete contro la Tratta e in collaborazione con la Regione Friuli-Venezia Giulia, si occupa di tutela, accoglienza e integrazione di persone vittime di tratta finalizzata sia allo sfruttamento sessuale che lavorativo e di vittime di matrimoni forzati. L’accoglienza in strutture residenziali protette e la realizzazione di percorsi educativi individualizzati, realizzati da operatori specializzati della cooperativa, contribuiscono al loro reinserimento sociale.
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