Tre storie di attesa

Tre generazioni di donne ucraine in Italia, arrivate dal Donbass in rapida successione in attesa di un futuro in Italia. Prima la nonna, assistente domestica, poi la mamma, diplomatasi in Italia come O.S.S., attualmente imprenditrice. Quindici anni fa la figlia, R.F., è arrivata in Friuli all’età di 10 anni, a seguito della richiesta di ricongiungimento familiare. E’ stata inserita nell’ultimo anno delle elementari, per imparare la lingua italiana …

Il Cinema dei Giovani

Tomaso Aramini regista e direttore della fotografia. Consegue un dottorato di ricerca in film, music, performing arts presso la Leeds Beckett University con una tesi di inter-semiotica cinematografica. La sua pratica artistica ibrida film concettuali e sociali. Autore di molti cortometraggi, il suo film The Lost Shoes è diventato uno dei documentari più premiati in Italia nel 2020, vincendo tra gli altri London Documentary Film Festival.

Siberie: tra Verne e Salgari

Come è noto, Salgari fu definito il “Verne italiano”, con una valutazione che in qualche modo lo riduceva a epigono dell’illustre scrittore d’Oltralpe. Quanto, però, questa definizione fosse poco fondata emerge già dalla lettura delle poche righe, in cui ci vengono presentate Nadia Fédor e Maria Federowna Wassiloff, le figure femminili protagoniste dei due romanzi “siberiani” pubblicati in Francia e in Italia …

L’Ucraina che non c’è più

Ucraina: ci sono stato, ci sono passato per andare in Russia, qualche anno fa, in bicicletta. Sono ormai quasi due mesi che le immagini della guerra si sovrappongono ai paesaggi che ho visto, i nomi dei luoghi che cercavo sulla cartina disperatamente sotto il sole li sento oggi al telegiornale, ne ascolto la distruzione. Anche questa è un’attesa che mi ha ammutolito, un’attesa dentro di me….

Mellow Mood: l’arte come panacea contro l’oblio

Tutti i giorni veniamo interpellati dall’esistenza per interagire con il principio di realtà, una corsa sfrenata all’adattamento ad un mondo in continuo mutamento, che costantemente tradisce e confuta, attraverso gli spigoli del reale, tutte quelle aspettative inverosimili che l’individuo vi riversa. Tale contraddizione nasce dal mancato dialogo che dovremmo instaurare con il reale, in quanto il soggettivo non deve soverchiare il fattuale.

Lentezza e attesa: elogio dell’ascolto

La lentezza è ascolto ed attesa, è un andare adagio, uno scorrere diverso del tempo. La nostra è un’epoca in cui il suono e le parole imperversano le cronologie e i luoghi destinati al raccoglimento, alla concentrazione intensa e continuata e all’autoanalisi si riducono sempre più (Rossi, 2016, 73). Nel definire la cifra di una pedagogia della lentezza prendiamo a prestito solo alcuni pensieri attorno al tempo …

Aspettando la rivoluzione

Volendo esprimere un’opinione personale in merito al ruolo dell’Arte ai giorni nostri, mi sento di dire che la salvezza del nostro mondo potrebbe trovarsi sopita nelle menti, nelle opere e nelle gesta di artisti rivoluzionari e non convenzionali. Alcuni di questi purtroppo, a mio avviso, dormono il sonno di una ragione “colta”, quella che si dice generi Mostri.

Ricerca e attesa della maternità

Ci incontriamo nella piazza di un paese della pedemontana pordenonese dove Valentina vive e lavora come infermiera. Non è nata in questa terra, la sua ‘c’ aspirata ne rivela immediatamente l’origine, vi si è trasferita per amore. Accoglie volentieri la proposta di raccontare la sua storia di attesa di maternità per “il desiderio di aiutare altre donne”.

Come un libro può insegnare la storia

Partiamo da un’immagine: siamo in Ucraina, oggi. Un bimbo di otto anni si sveglia improvvisamente durante la notte. Scatta in piedi, si veste il più rapidamente possibile e si pone davanti al portone di uscita della casa in cui è ospitato e dove dovrebbe sentirsi al sicuro. Vi è stato portato grazie a un cordone umanitario che lo ha sottratto ai bombardamenti russi.

Confini, confini, confini

I confini della libertà. Quando vengono travalicati bisogna fuggire, non ci sono altre strade, altrimenti il rischio è quello di soccombere. Per proteggere sé stessi prima di tutto, il proprio futuro, per avere ancora dei progetti. Questo è quello che ha dovuto fare Hassan, giovane afgano di quasi trent’anni, impegnato nella difesa dei diritti civili per tutelare la sua libertà di esistere e potersi prospettare un futuro.

Uomo del mio tempo 

Sei ancora quello della pietra e della fionda,  uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,  con le ali maligne, le meridiane di morte,  t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,  alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,  con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,  senza amore, senza Cristo. Hai ucciso […]

Dentro e fuori il tempo sospeso

Dentro e fuori, fuori e dentro i cancelli e le mura della Casa Circondariale di Pordenone. Si suona al cancello esterno, una piccola salitina e sei dentro. Non ancora del tutto. Lasci borsa, telefono, oggetti personali negli armadietti. Risuoni un nuovo campanello: questa volta per chiedere di aprire la porta di ferro. Si chiude  dietro di te e solo dopo i necessari controlli di legge si aprirà  quella che consente l’accesso al cortile interno.

L’Arte inconsapevole

Le opere  che accompagnano questo  numero di blognotes sono stati realizzati dagli ospiti della Casa Circondariale di Pordenone.  Immediato e diretto è il collegamento con l’Art brut. 
Questa espressione che in italiano  si può tradurre  “Arte grezza o spontanea”, è stata coniata nel 1945 da Jean  Dubuffet, artista francese (1901-1985)  che in sintesi, così la definisce: “lavori effettuati da persone  indenni di cultura artistica…