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Orme

Mattia Yann Casolo
Orme

Mentre passeggiamo lungo le sponde di un fiume o quando percorriamo un sentiero nel bosco potremmo imbatterci in qualche animale o, ancor più frequentemente, nelle orme che essi lasciano sul terreno.

Alla vista di queste tracce, ci siamo tutti interrogati su quale specie fosse stata presente in quel luogo.

Riuscire a identificare un animale da un’orma può, in alcuni casi, risultare davvero complicato ma è utile per chi vuole conoscere le specie distribuite in un determinato areale.

Nei casi più frequenti non viene rinvenuta una sola impronta, il che facilita l’identificazione della specie. Quando sono presenti più orme, si utilizza il termine “pista”.

Rispetto ad una sola traccia, la pista può offrire una maggiore quantità di informazioni come, ad esempio, la simmetria, la larghezza e il passo. Inoltre è possibile intuire il modo in cui l’animale si stava muovendo.

Un animale in stato di tranquillità lascia delle orme meno marcate rispetto ad un individuo che sta correndo e, se dotato di una coda di dimensioni importanti, potrebbero essere presenti nel terreno anche i segni del trascinamento di quest’ultima.

E’ però doveroso precisare che alcuni di questi particolari possono variare a causa dei diversi tipi di terreno.

Un substrato fangoso o argilloso è sicuramente ideale per poter osservare delle impronte.

Identificare le tracce che gli animali lasciano, oltre ad essere di fondamentale ausilio per un fotografo che vuole appostarsi o per un naturalista che studia le abitudini di alcune specie, può essere un esercizio davvero appassionante.

Nel nostro territorio è facile rinvenire le orme di alcuni ungulati molto comuni, come il cinghiale (Sus scrofa) e il capriolo (Capreolus capreolus).

Queste due specie, che morfologicamente appaiono molto diverse, appartengono in realtà allo stesso Ordine, Ciononostante, per un occhio più esperto risulta

improbabile confondere i due tipi di impronta. Infatti, il cinghiale si riconosce per gli speroni dello zoccolo pronunciati e per l’impronta stessa rilasciata più evidentemente nel substrato.

Un animale diffuso nel nostro territorio e dalle orme davvero inconfondibili è la lepre comune (Lepus europaeus).

Questa specie, appartenente all’Ordine dei Lagomorfi, lascia una traccia tonda di piccole dimensioni con le zampe anteriori, mentre con le posteriori una lunga circa 15-20 cm.

Nonostante le impronte siano evidenti, non bisogna affatto pensare che esse possano condurci fino alla tana di questo animale.

La lepre è infatti molto abile nel mascherare la propria pista: prima di entrare nel proprio rifugio, compie un movimento a spirale intorno alla tana. Così il potenziale predatore, seguendo la pista lasciata dalla lepre, passerà a pochi metri di distanza dal nascondiglio senza notarlo.

Questa, allarmata dalla presenza di un altro animale, avrà il tempo necessario per fuggire.