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Blognotes 08
Blognotes 14
numero 14

Il tema del numero è "CONTAMINAZIONI"

Articolo presente in

Mitteleuropa e Impero Asburgico

di Enzo Marigliano

La prestigiosa collana “I Meridiani” (Mondadori) ha edito una nuova versione del libro forse più importante di Thomas Mann mutandone il titolo: da «La montagna incantata»  in «La montagna magica». La maggior parte dei germanisti ha condiviso pienamente la scelta operata dalla curatrice e traduttrice, Renata Colorni, dato che il titolo originale («Der Zauberberg»), per ammissione dello stesso Mann, era stato ispirato da una frase di Nietzsche: “Ora si apre a noi il monte magico dell’Olimpo e ci mostra le sue radici.”. Piero Citati ha fatto notare che l’Olimpo era, per Nietzsche, “…il mondo della violenza a dismisura, della colpa, della tenebra, miracolosamente capovolti in legge, armonia, misura, equilibrio, purezza e profezia” .

Il monte magico è, dunque, sin dall’inizio concepito come un “doppio” che si evolve tra spazi opposti: il primo sono “…le pianure di laggiù…”, da dove proviene Hans Castorp (inizialmente per restarvi una settimana in visita al cugino, per poi fermarvisi ben sette anni), ove primeggiano il lavoro, la ragione, la misura, il limite razionale: tutti valori sintetizzati in Amburgo, metropoli laboriosa protesa con navi e traffici verso le lontane Americhe e il resto del mondo in frenetico movimento. L’altro lato (“…le montagne di quassù…”), sede del sanatorio che fa da scenario all’intero romanzo, è invece il luogo della malattia vista, però, non come sofferenza ma come fascinazione, luogo del sogno, della vita irreale e della morte anch’essa vissuta e non rimossa. Attraverso lo sguardo dell’apparente protagonista centrale, Castorp, e del mondo del sanatorio che gli ruota attorno, le pianure “di laggiù” diventano lontanissime, estranee, appunto un doppio della realtà, fino a venir dimenticate e sostituite dalla neve, dal sole e, soprattutto, dalla malattia.

Ben presto il lettore si accorgerà che il vero personaggio centrale del romanzo non è Castorp ma il massone italiano Settembrini, grazie al quale si comprende – per dirla con Claudio Montefoschi, autore della Prefazione all’edizione “Corbaccio” – “…La sconsideratezza della morte che è nella vita…” tanto che Mann fa dire al medico Behrens: “….Conosco la morte, sono un suo vecchio funzionario, mi creda, lei la sopravvaluta…Noi veniamo dalla tenebra e andiamo nella tenebra. In mezzo ci sono le esperienze vissute. Ma il principio e la fine, la nascita e la morte, non sono le nostre esperienze.”

Il “lassù” ed il “laggiù” convivono nel medesimo arco di tempo: emblematicamente rappresentano il doppio che convive con  la realtà.

1 Cfr. Thomas Mann «La montagna incantata» Traduzione ed introduzione di Ervino Pocar. Prefazione di Giorgio Montefoschi. In Appendice: Thomas Mann «La montagna incantata» Lezione agli studenti di Princeton. Ed. Corbaccio, II ed., 2011.

  2 Segnalo che il canale TV RAI TRE per la trasmissione “Passato e presente” curata da Paolo Mieli ha dedicato un intera trasmissione al libro di Mann trasmessa il 4 gennaio 2024 con inizio alle ore 13.15 e rivedibile su RAI PLAY.

  3 Cfr. Piero Citati «La nuova montagna di Thomas Mann» in R2 Cultura 2 “La Repubblica” 3 novembre 2010 pag. 55.

  4 Cfr. Thomas Mann «La montagna incantata», op. cit. nota 1. Giorgio Montefoschi, “Prefazione”, pag. IX.