Blognotes 08
Blognotes 15

INCERTEZZA è il tema del numero più recente di Blognotes 15

Articolo presente in

Contaminazione ambientale

di Danila Mastronardi

Foto di Danila Mastronardi

Sono molteplici le forme di contaminazione a cui l’ambiente naturale viene sottoposto, alcune di origine naturale, molte di origine antropica.
L’Averno è un suggestivo lago di origine vulcanica situato nei Campi Flegrei in provincia di Napoli. Le acque occupano la concavità di un antico cratere ormai spento posto in un’area geografica dove il vulcanismo è tuttora attivo. Le emissioni di idrogeno solforato in alcuni periodi provocano anossia e si assiste alla moria di numerosi pesci che boccheggiano sulla superficie nel tentativo di “catturare” qualche molecola di ossigeno nelle acque superficiali. Si tratta in questo caso di una contaminazione di tipo vulcanico quindi naturale. Non così la proliferazione algale che in alcuni momenti tinge di rosso il lago, dovuta all’eutrofizzazione (presenza eccessiva di nutrienti nelle acque) causata dagli scarichi illegali. Anche in questo caso la fauna ittica subisce notevoli riduzioni.

Possono forme di vita, a volte bellissime, contaminare l’ambiente naturale? Purtroppo sì. E’ il caso delle specie “aliene” o “alloctone”, quelle specie animali e vegetali che non appartengono alla zona geografica in cui si trovano. Specie che, per lo più, sono state trasportate in luoghi lontani dall’uomo, volontariamente o meno. E’ il caso della Nutria Myocastor coypus , allevata come animale da pelliccia (la famosa pelliccia di castorino) poi sconsideratamente liberata nei nostri corsi d’acqua. Del Parrocchetto dal collare Psittacula krameri liberato o evaso dalle gabbie dove veniva allevato e ora ampiamente naturalizzato nei nostri parchi, giardini e città. La presenza delle specie aliene è considerata una delle principali minacce alla biodiversità, infatti queste non si sono evolute naturalmente nei nostri territori e non hanno stabilito con le specie autoctone, normali interazione basate su centinaia o migliaia di anni di equilibri reciproci; ne consegue che gli equilibri preesistenti si rompono portando spesso alla riduzione o estinzione delle specie locali.