Blognotes 08
Blognotes 16

RISCHIO è il tema del numero più recente di Blognotes 16

Blognotes è un magazine
di attualità, ambiente, musica,
cinema e storia.
di Marina Stroili
Questo numero di Blognotes, dedicato al Rischio, tratta uno dei temi oggi più ricorrenti nelle cronache dei quotidiani. La speculazione filosofica se n’è occupata nel tempo da  angolazioni diverse, in coerenza con le  spinte dell’epoca, luoghi ed eventi.
di Caro Fontanella
È arduo per me staccarmi da tutto ciò che vedo e sento intorno a me; per questo le mie opere spesso non trasmettono il senso della serenità”. Stiamo vivendo un periodo in cui si avverte più forte la limitazione della libertà...
di Elisa Meloni
Le due Coree! Il rischio di avere un’Italia spezzata in due come le Coree! Può sembrare un paradosso, ma è quello che mi è venuto in mente quando è stata approvata la legge sull’autonomia differenziata: si è formata davanti ai miei occhi l’immagine dell’Italia con una spaccatura nel mezzo e le due parti che si staccavano.
di Silvana Muzzatti
Che cosa induce una persona a mollare tutto, le proprie abitudini, i luoghi e le persone che frequenta e conosce da sempre, la sicurezza della propria comfort zone, per lanciarsi alla scoperta di un paese sconosciuto di cui ha udito narrazioni fantastiche; ad attraversare il deserto su uno scomodo e puzzolente cammello, gli occhi sferzati dalla sabbia e uno sporco fazzoletto a riparare la bocca; a riempirsi le unghie di terra scavando nelle tombe
«Il cinema italiano sta male e la causa di questo star male sono i brutti film e i brutti film son tanti e mettono in una condizione mentale tesa a cercare di stare il più possibile dentro un canone che dovrebbe essere quello del film che funziona a qualsiasi livello. Bisognerebbe invece cercare di essere più liberi. Per fortuna una delle pochissime cose che non sono riusciti a capire è come si fanno i film che incassano. A volte succede che un piccolo film, inatteso, abbia un grosso successo...
di Marco Casolo e Gianni Pignat
Incontriamo Gianni Pignat a Porcia, nel luogo di partenza e di ritorno dei suoi viaggi: la sua dimora. L’ha progettata nel 1974 ispirandosi alle linee razionaliste di Le Corbusier, una struttura sobria, di vetro e cemento. Ha contenuto i costi di costruzione rinunciando alle linde a sbalzo e ai serramenti esterni. Praticamente un cubo con al centro un ampio patio/salotto per condividere momenti conviviali.
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