Blognotes n 18
Blognotes 19

MEMORIE è il tema del numero 19 di Blognotes

Articolo presente in

Qualcosa, qualcuno. Niente, nessuno

di Martina Martina Mazzini. Microbi dal cuore grande, Centro diurno disturbi alimentari e Pediatria, Ospedale civile di Pordenone/ASFO. Foto di Riccardo Moretti

Rincorriamo i nostri obbiettivi e andiamo avanti e indietro. Avanti e indietro. Sono davanti a una lastra di vetro che ci riflette, che mi riflette.Sono davanti allo specchio, uno dei miei nemici più grandi.

Specchio. Riccardo Moretti

Vedo i miei occhi, una foresta di alberi sempreverdi. Vedo la mia pelle con tutte le sue lentiggini, una distesa di sabbia sottile con tante conchiglie di bronzo. Vedo la mia bocca, una distesa di rose rosse e rosa. E vedo il mio corpo, un accumulo di ossa, con pochi muscoli. Penso a quando di muscoli ne avevo tanti, quando le ossa non erano così sporgenti da far sentire la loro anatomia.

Guardandomi allo specchio penso. Penso soprattutto al passato.

Il mio riflesso è la mia memoria.

Memoria bruciata dalla mia malattia, dal mio disturbo alimentare, dalla mia anoressia. Memoria bruciata. Memoria stropicciata dalla mia malattia, dal mio disturbo ossessivo compulsivo, dai miei rituali.

Memoria stropicciata.

Memoria bruciata e stropicciata da un anno di agonia a casa, dove vedevo tutto scivolare dalle mie mani, la scuola, lo sport, gli amici. E io non riuscivo a fare niente, non riuscivo a bloccare la caduta dell’acqua da quella cascata, non riuscivo a fare nulla se non guardare tutto scendere e schiantarsi al contatto con l’acqua.

Memoria bruciata e stropicciata da un anno e tre mesi di ricovero, con cinque sondini nasogastrici, con tantissimi integratori, con moltitudini di pianti, decine e decine di colloqui con il primario e tante delusioni per i miei errori.

Memoria bruciata e stropicciata dal mio restringere il cibo dopo l’ultima dimissione, che mia ha portata ad accettare nuovamente di farmi seguire tutti i giorni dal centro diurno, dal lunedì al venerdì, e a sentirmi minacciare dal primario un ulteriore ricovero con il sondino nasogastrico, da tenere tutto il giorno finché non tornerò al peso della mia dimissione.

Memoria bruciata, ma non ridotta completamente in cenere.

Memoria stropicciata, ma non strappata con cattiveria in piccoli brandelli.

Memoria bruciata e stropicciata, ma non distrutta.

La memoria si può salvare, la piccola Martina si deve salvare.

Non è ancora troppo tardi.

Non è ancora troppo tardi per ricominciare.

Sono davanti a quella lastra di vetro che ci riflette, che mi riflette.

Rincorriamo i nostri obbiettivi e andiamo avanti e indietro. Avanti e indietro. Ora lascio da parte il passato e guardo avanti.

Sempre più avanti.

E vedo…

Niente, nessuno.

Qualcosa, qualcuno.