Le relazioni umane sono difficili, sono l’intreccio delle nostre personalità e
raggiungono l’anima, ci stringono forte e rimangono per sempre. È difficile
spiegare i sentimenti che si provano quando ci si relaziona con qualcuno:
possono essere esperienze bellissime e intense oppure dolorose.
Sin da quando ero una ragazzina, ho avuto difficoltà a trovare le persone che
mi abbracciassero l’anima, invece di ferirla.
Le relazioni ci lasciano cicatrici perché le anime degli altri non se ne vanno mai
per davvero. Il loro ricordo rimane scolpito nel nostro corpo, nella nostra
mente e nel profondo del nostro essere.
Penso che per poter parlare e sentirsi a proprio agio con qualcuno bisogna
sentire un collegamento, che ci fa sentire a casa anche quando ne siamo
lontani. Nonostante questo possa sembrare ovvio, non è per nulla scontato,
almeno non per me.
In questo mondo, dove ci si può relazionare su internet, dove gli incontri umani
faccia a faccia diminuiscono sempre di più, io ho trovato un gruppo di amiche
con cui posso essere strana quanto voglio: ho la possibilità di fare battute che
tutte capiscono, urlare quando le vedo, abbracciarle forte in ogni momento.
Non avrei mai pensato di incontrarle proprio a scuola. Era il primo giorno delle
superiori e volevo un nuovo inizio dopo il disastro delle medie. Provavo
un’ansia intensissima, avevo paura di auto sabotarmi o di parlare con la
persona sbagliata, non riuscivo quasi nemmeno a muovermi.
Ho scrutato l’entrata e l’ho vista, il mio biglietto per un’amicizia quasi
assicurata. Mi sono fatta coraggio e ho deciso di avvicinarmi alla ragazza con la
mascherina di una serie televisiva di cui avevo da poco guardato la prima
stagione.
È partito tutto naturalmente, ho detto un semplice ciao e le ho fatto i
complimenti per la mascherina. I suoi occhi si sono accesi e ho visto la sua
espressione cambiare, anche se metà della sua faccia era coperta. Mi ha preso
le mani e io non ho potuto fare a meno di sorridere. Abbiamo iniziato a parlare
per tutto il tempo che ci rimaneva prima del suono della campanella e sono
entrata a scuola un po’ più felice del solito.
Anche se non siamo nella stessa classe ci scambiamo sempre un abbraccio e
un paio di parole nei corridoi. Penso che se non avessi fatto il primo passo
avanti quel giorno, adesso non conoscerei nemmeno metà delle amiche che ho.
Sono ancora fermamente convinta che relazioni umane siano difficili da gestire
e complicate, ma in quel momento tutto è sembrato più facile. So che quella
con Aurora è una vera amicizia proprio perché l’ho trovata nel posto in cui non
me l’aspettavo.
Non sono mai stata bene negli ambienti scolastici, come se non ci
appartenessi. Ho avuto esperienze che ancora oggi mi spingono ad aver paura
della scuola, che mi fanno credere di essere troppo diversa dagli altri per poter
sentirmi a mio agio.
Sono felice di aver trovato qualcuno proprio come me, che sembra poter fare
amicizia con tutti, che mi ispira a credere che le persone giuste possono essere
ovunque, anche nei luoghi dove i brutti ricordi invadono la mente.
Indice
- L’essenza della relazione Per gli esseri umani i luoghi sono definibili se hanno...
- Arrivare a Itaca Non sappiamo più aspettare. La velocità a cui ci abituano...
- La biblioteca scolastica Al giorno d’oggi tendiamo a trascorrere la maggior parte del...
- Vite scolpite, voci di città: relazione tra arte pubblica e paesaggio urbano Un assunto innovativo per l’epoca è quanto postula Gordon Cullen...
- Raccontami di te. Volti e voci che ricuciono la comunità Cosa resta di una mostra dopo la chiusura delle sue...
- La scrittura: città e librerie Il tema di questo numero induce a una riflessione in...
- Blognotes 20 Set/Ott 2025. Il tema del numero è CITTÀ & RELAZIONI...
