Blognotes n 18
Blognotes 19

MEMORIE è il tema del numero 19 di Blognotes

Articolo presente in

La scrittura patrimonio della memoria

di Mauro Danelli

La memoria è un grande patrimonio che risiede in ogni individuo e in ogni collettività. Un patrimonio dalle tante sfaccettature, che possiamo riassumere in una triplice valenza: verso il passato, in quanto conservazione di un’immensa ricchezza che non può andare perduta; verso il presente, in quanto bagaglio per operare nel quotidiano; verso il futuro, in quanto strumento basilare per un progresso individuale e collettivo.

Spesso, troppo spesso, l’uomo soffoca la memoria col risultato di ripetere gli errori del passato, anche quelli più gravi, anche quelli che ci interrogano sul nostro ”saper essere veramente umani”. Le guerre ne sono una tremenda testimonianza (Leonardo le definiva ”pazzia bestialissima”). Può essere interessante prendere in considerazione il volume di Michela Ponzani ”Donne che resistono” (Einaudi 2025) che narra della battaglia condotta coraggiosamente da un gruppo di donne per trasformare le ”Fosse ardeatine” da luogo di un massacro a atto di risarcimento in favore di tutte quelle vittime, ma anche a pietra d’inciampo come monito per il futuro. Eppure oggi nel nostro paese molti ignorano quei fatti e ci sono individui pronti incredibilmente a negarli o a travisarli, per non parlare di chi auspicherebbe un ritorno a tempi di quel genere e a personaggi come quelli che quei fatti atroci li hanno determinati.

Guai ad abbandonare la memoria storica e guai a rivisitarla in modo deviato!

Ascoltiamo anche la voce di Viet Than Nguyen (”Niente muore mai” Neri Pozza 2018-Beat 2025) che parla di quella che per noi occidentali è la  ”Guerra del Vietnam” mentre per  i vietnamiti è la ”Guerra americana”. Un guerra lunga e terribile che ha segnato e segna un disastro nella storia del mondo occidentale. Eppure, come spiega l’autore, possiamo definirla una guerra combattuta due volte: una con gli americani perdenti sul campo di battaglia ed una con gli americani  vincenti sul piano del ricordo, grazie al lavoro svolto attraverso una certa editoria ed una certa cinematografia. Vogliamo ricordare lo sterminio degli indiani d’America? Ma, di stermini ce ne sono stati anche molti altri e diversi sono in atto anche al momento attuale.

Simile sorte caratterizza la storia dei migranti di ogni tempo e luogo, spesso vittime due volte, prima per colpa di chi li costringe a migrare e poi a causa di chi non li vuole o sa accogliere. Lo spiega bene Nathacha Appanah in ”La memoria fragile” (Einaudi 2025), storia della sua famiglia e paradigma della sorte di tanti sventurati.

Possiamo anche prendere in considerazione un volume di autori vari (”Un rumore speciale. Il sottofondo della memoria” Forum 2025) che fa emergere dagli archivi le voci dei ”senzastoria”: la storia non è solo quella ufficiale che generalmente è la voce dei vincenti e dei forti protagonisti; la ”storia più reale” di un popolo emerge piuttosto dalle tante ”microstorie”, dalle vite e dalle azioni di persone comuni che restano sconosciute, ma che spesso hanno dato prova di un più grande coraggio e di un maggiore buon senso rispetto a quelli che vengono messi in primo piano dai libri di storia.

Un’ulteriore testimonianza ci viene fornita da Dina Wardi che, nel volume ”Le candele della memoria” (Mimesis 2025), tratta il tema dei ”figli dell’olocausto” e cioè degli eredi di coloro che  hanno vissuto in prima persona, impotentemente, l’olocausto, non potendo poi evitare di lasciare nei figli le tracce amare del loro vissuto. Questi eredi vivono un trauma pesantissimo che li costringe a ricostruirsi con fatica una nuova identità. Spesso devono ricorrere all’aiuto della psicoterapia, quando non sia sufficiente affidarsi ad una ricostruzione fedele degli eventi attraverso il tanto materiale offerto da vari strumenti e soprattutto dai libri. Anche i libri però non sono sempre e tutti veritieri ed allora bisogna saper scegliere, saper farsi consigliare.

Questo sarebbe compito anche del libraio, una figura che però sta scomparendo. In passato, prima del prepotente avvento di computer e internet, la mente del libraio poteva essere un tesoro enorme, un bagaglio di conoscenze utili a dare consigli buoni ed appropriati.

Oggi tutto questo viene messo in crisi definitiva dall’intelligenza artificiale, la quale determina una sempre maggiore atrofizzazione della memoria di tutti ed anche dei librai. Questa perdita di capacità mnemonica rappresenta un grave danno anche perché si lega alla perdita di capacità riflessiva: per riflettere bene occorre essere in possesso di tanti dati e saper usare la capacità di padroneggiarli.

La debolezza della riflessione comporta poi lo smarrimento dello spirito critico, aprendo le porte  ad​ un triste percorso verso una società di schiavi.

A questo proposito dovremmo aprire un altro lungo discorso, per il quale però viene a mancare lo spazio. E’ possibile solo aggiungere l’esortazione a non delegare ai nuovi strumenti l’esercizio della memoria e semmai a recuperare la propria attività mnemonica attraverso  un allenamento continuo.Per muoversi in questa direzione ci vengono in soccorso anche vari libri. Ne citerò solo due usciti quest’anno: ”Una mente prodigiosa” di Vanni De Luca (Vallardi) e ”Potenzia la memoria” di Nelson Dellis (Armenia).Non resta che augurare buon lavoro a tutti quelli che vorranno seguire tale suggerimento.

Dobbiamo anche avere piena consapevolezza di questi nostri tempi molto difficili, seppure ricchi di promesse. Le difficoltà ci sono sempre state, però adesso dobbiamo confrontarci con coordinate diverse: un mondo molto grande, che si sta avviando a contenere dieci miliardi di persone; un mondo molto piccolo, che può permettere alle potenze di colpire ipotetici avversari da un continente all’altro; un mondo molto ingiusto, che sta spostando sempre più la ricchezza nelle mani di pochi.

Questi pochi stanno entrando in possesso di eccezionali strumenti con i quali ridurre alla schiavitù la massa dei poveri. E’ un percorso già avviato che dovrebbe essere ben evidenti a tutti. è una realtà che non può essere ignorata. La domanda è sempre la stessa: cosa fare?

Un risposta può essere quella di confidare nel formarsi di una società di persone consapevoli, capaci di leggere la storia e di conservarne la memoria.

Occorre l’impegno di tutti in tale direzione; soprattutto diventa fondamentale spronare i giovani ad aprire alternative, ad esercitare il massimo spirito critico, a non abbassare mai la guardia rispetto ad un sistema che potrebbe comprimere le loro aspirazioni e calpestare i loro ideali.