Blognotes numero speciale
Blognotes Numero Speciale

CITTÀ & CEMENTO è il tema del numero speciale

Articolo presente in

Cittadini e spazio pubblico

di Nella Maccarrone. Foto di Mary Rory

Lo scorso inverno, dopo aver sopportato per mesi la vista di tre aiuole pubbliche incolte davanti al Condominio Fiera di Via Matteotti, dove abito, ho provveduto con una vicina alla piantumazione di alcune aspidistre. Pur temendo di operare un po’ alla garibaldina su uno spazio di proprietà pubblica, abbiamo scelto comunque di agire, pensando al decoro della via e anche alla sicurezza dei passanti, che nelle aiuole vuote avevano rischiato più volte di inciampare. Il risultato è durato qualche mese, fino al lungamente atteso intervento degli addetti comunali. L’esperienza è stata una vera lezione di vita.
Mentre eravamo chine a dissodare la terra, i vicini che uscivano dai due portoni del palazzo ci salutavano cordialmente, congratulandosi per l’iniziativa. Mi rendevo conto con sgomento che di alcuni non sapevo i nomi e che altri mi sembrava addirittura di vederli per la prima volta. Faceva freddo e una ragazza uscita dal mio portone ci ha offerto del caffè caldo.

Ho scoperto così che abitava sul mio pianerottolo da anni. Ora ci salutiamo sorridenti e se capita ci facciamo due chiacchiere.

Il tutto mi ha fatta riflettere su come sia bastato quel piccolo gesto per risvegliare un senso di comunità, sopito da un individualismo incentivato dalla cultura dominante, che ci fa attribuire l’incuria solo alle carenze delle amministrazioni, quando invece manca anche l’impegno dei singoli.

 

L’episodio mi ha inoltre motivata a seguire con particolare attenzione le notizie della Settimana della Custodia, che si è svolta a Perugia dal 15 al 21 settembre scorsi. Frutto della collaborazione tra svariate istituzioni, associazioni, imprese del territorio e il Comune, l’iniziativa mirava a promuovere tra i cittadini una cinquantina di azioni concrete di piccola manutenzione degli spazi pubblici quali aiuole, marciapiedi, aree verdi, parcheggi, portoni delle case, muri imbrattati. Nel ruolo di custodi delle zone comuni, concepito come fondante per ogni abitante di una città, la popolazione ha così contribuito in modo decisivo all’immagine di Perugia, ottenendo grande risonanza, Ma non solo: nella sua azione di cura, le persone coinvolte  si sono  messe in relazione tra di loro con un entusiasmo contagioso, recuperando quello spirito di comunità che  tutti avevamo riscoperto durante il primissimo  periodo del Covid, per poi  dimenticarlo e ricorrere alla tecnologia e alle piazze virtuali.  Eppure, è negli spazi che ci circondano, luoghi di senso e di memoria, che noi costruiamo le nostre relazioni. Custodirli in un’ottica di coinvolgimento attivo e di condivisione non è solo una dimostrazione di senso civico, ma anche fonte di salute e di benessere psicologico, specie dove si soffre di solitudine e di marginalizzazione.

In occasione della Settimana della Custodia, la rubrica di Radio 3 “Tutta la città ne parla” ha dedicato un interessante approfondimento al tema del rapporto tra città e cittadino.  I vari ospiti erano concordi nel sottolineare l’individualismo e l’atomizzazione come caratteristiche del vivere attuale, segnato dalla rottura delle relazioni, dalla diffidenza verso l’altro e dalla difesa del bene privato.

In particolare, Massimiliano Valeri, filosofo e Direttore del Censis, ha definito Perugia una realtà in controtendenza rispetto all’ immagine comune della città come non-luogo, indicando tra le varie cause dell’individualismo la percezione da parte del ceto medio di una retrocessione del proprio status, con conseguente chiusura nel piccolo interesse soggettivo e scarsa mobilitazione per problematiche di rilevanza collettiva. Altra causa, secondo Valeri, è la questione demografica, perché lo svuotamento delle aree interne e dei piccoli comuni, ma anche l’esistenza di interi quartieri cittadini occupati da anziani, risultano in una dimensione di isolamento e in un atteggiamento difensivo verso una società sempre più complessa e multiculturale.

La povertà relazionale e l’inaridimento delle reti sociali, ha aggiunto l’economista Luigino Bruni, sono inoltre frutto di un mercato che non vende solo merci, ma anche surrogati di relazioni che vanno a sostituire i rapporti veri. E la pubblicità martellante di divani e di sistemi d’allarme è emblematica della dimensione di isolamento in cui viviamo.

Quello che serve, dunque, è rinforzare e costruire reti sociali, perché sono queste che danno la qualità della vita e fanno girare il sistema. Stare in comunità, promuovere azioni che riportino in strada, come i piccoli gesti di custodia condivisa, sono iniziative che vanno sostenute e allargate.

Vi sono in Italia tante realtà virtuose, a livello associativo e di volontariato, volte alla tutela e cura dell’ambiente e dei quartieri. Alcune si trovano anche nella nostra città,  ad esempio, RipuliAMO Pordenone, gruppo di volontari che organizza uscite per raccogliere rifiuti; Lavori in Corso, che offre alle giovani opportunità di occupazione nella cura del verde; Puliamo i Quartieri, giornate di volontariato promosse dal Comune. Queste iniziative potranno diventare potenti nella misura in cui  saranno  contagiose e riusciranno  a creare cultura andando avanti sulla strada del buon esempio, appoggiate e diffuse in un rapporto virtuoso tra cittadini e amministrazioni locali, come nel caso di Perugia.

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