Vogliamo costruire una società inclusiva, con uguali opportunità per tutti
Questa non è soltanto la mission della nostra cooperativa, ma ciò che orienta ogni giorno il nostro lavoro. Non ci basta fornire servizi, accogliere persone o portare avanti progetti. Vogliamo farlo dentro una cornice più ampia, dove ciò che conta davvero sono le relazioni che nascono, si costruiscono e si curano.
Perché sono proprio le relazioni a generare cambiamento. Sono la trama invisibile ma potentissima che tiene insieme persone, culture ed esperienze anche molto distanti e tra le quali a volte sembra impossibile trovare un punto d’incontro. Le relazioni trasformano e lo fanno a volte in modo impercettibile, ma in profondità. E trasformano tutti: chi accoglie, chi viene accolto, chi osserva da fuori e poi decide di farsi coinvolgere.
Ne sono un esempio le storie di Farid e Simon. Farid era in Italia da un paio di anni con la sua famiglia formata dalla moglie e da tre figli che all’epoca avevano 6, 10 e 14 anni. La famiglia era molto chiusa e aveva poche relazioni con l’esterno. Nel momento in cui sono entrati in uno dei progetti di accoglienza della nostra cooperativa, gestito in collaborazione con il Servizio Sociale dei comuni Livenza Cansiglio Cavallo, hanno cominciato ad aprirsi con gli operatori e con la comunità esterna. La moglie ha iniziato a seguire i corsi di italiano da noi organizzati, acquisendo maggiore fiducia in se stessa. Grazie all’apprendimento della lingua italiana ha cominciato a tessere relazioni con i genitori dei compagni di classe dei figli e a instaurare ottimi rapporti di vicinato con le famiglie del condominio. Proprio i vicini, che inizialmente erano diffidenti verso i nuovi arrivati, si sono mobilitati quando hanno saputo che la famiglia sarebbe dovuta uscire dal progetto e, coinvolgendo degli amici, hanno offerto loro un appartamento in affitto. Parallelamente a questo, Farid è stato supportato dagli operatori della Nuovi Vicini nelle pratiche burocratiche per il riconoscimento della qualifica professionale di parrucchiere; pur lavorando già precariamente in questo settore, il suo progetto e quello della sua famiglia era quello di gestire un’attività in proprio, grazie anche al fatto che il figlio maggiore si era iscritto a una scuola professionale per parrucchieri. Oggi stanno aprendo l’attività grazie anche al supporto di alcune persone che li hanno aiutati con le pratiche per accedere al credito bancario. Simon è arrivato in Italia quando ancora era minorenne. Gli operatori della Nuovi Vicini si sono accorti della sua grande passione per il calcio per cui hanno contattato una società calcistica locale che lo ha accolto. Si è distinto per la sua bravura e ha subito fatto amicizia con i compagni di squadra, che in poco tempo hanno iniziato ad invitarlo ad uscire con loro anche al di fuori delle occasioni strettamente calcistiche. Questo lo ha aiutato a perfezionare il suo italiano e così ha iniziato un tirocinio, finanziato da progetto da noi gestito, presso un grande supermercato della zona. Oggi ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato e appartiene alla comunità a pieno titolo.
Questi esempi rendono evidente che non esistono percorsi individuali di cambiamento che non coinvolgano il contesto in cui accadono. Per questo non sono importanti solo le reti relazionali che si creano intorno alla persona ma anche quelle più strutturate e istituzionali.
Per questo nell’ultimo anno e mezzo abbiamo investito molto nel lavoro realizzato in collaborazione con enti pubblici e altre cooperative del territorio, attraverso strumenti formali quali la co-progettazione pubblico-privato e i raggruppamenti temporanei di impresa. Queste modalità consentono di decidere insieme obiettivi, azioni e procedure da mettere in campo per rispondere ai bisogni del territorio, ognuno secondo le proprie responsabilità e risorse; permettono inoltre di mettere insieme competenze e conoscenze delle più diverse, di cogliere la multidimensionalità dei problemi, di contaminare e contaminarsi e di costruire una rete di opportunità attivabili per tutte le persone, non solo quelle da noi seguite.
Per tessere relazioni serve iniziare da dove siamo, da quello che possiamo fare nella nostra sfera d’azione. Servono fiducia, tempo, pazienza e una visione. Serve la consapevolezza che ogni relazione di cura è anche un atto politico: perché costruisce un’idea diversa di società, più giusta, più solidale. Perché il benessere della comunità è inscindibile dal benessere dei singoli e non è un’utopia, ma una responsabilità condivisa.
Ed è proprio questo che vogliamo: una comunità che non ha paura della complessità, che si prende cura delle sue fragilità, che riconosce in ogni persona una risorsa.
Perché costruire una società inclusiva non è solo il nostro lavoro, è la nostra speranza e, soprattutto, la nostra scelta quotidiana.






 
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